La Vergogna - Salman Rushdie




Quel pezzo da novanta di un ricercato dai "fedeli alla sua stessa religione"(permettetemi) di un Salman Rushdie, ne ha fatta, anzi scritta, un'altra delle sue.
Indubbiamente ciò che è scritto sulla copertina del libro dice tutto e dice niente: Salman Rushdie si riconferma uno dei più grandi narratori di questo secolo, o qualcosa del genere.

Ma passiamo a parlare del libro, "la Vergogna" di Salman Rushdie ha circa 260-265 pagine e si può dire che sia costruito a mo' di cerchio, si chiude lì dove molti anni prima si era aperto. Narra la bellezza di più di 65 anni di vicissitudini in terra d'oriente, a Q. una città non meglio identificata in Pakistan.

I protagonisti non sono ben definiti, un attimo l'attenzione del lettore è guidata sulle tre sorelle Shakil, che vivono in simbiosi come le Parche, filatrici di destini ( e chissà che non fosse proprio questo l'intento di Rushdie, associarle alle filatrici di destini), un attimo dopo a Omar Khayyan Shakil, il loro primogenito, poi passa a Rani, Bilquis, un santone, Ika, Raza, Neeved (alias Buone notizie), sua sorella maggiore Sufija Zinobia e a come la vergogna,  -l'unico filo conduttore in queste vicende- si insinui nella vita dei personaggi, attraverso il peccato, la trasgressione, la vita dissoluta, o semplicemente in maniera "trasversale" cioè la vergogna di un padre, per una figlia non illibata e via discorrendo. 
Di come la vergogna si annidi, di come emerga e infine come una spada di Damocle penda sulle teste di chi la prova, la assaggia, per non liberarsene mai più. 

Salman Rushdie ne approfitta per scrivere brevi passi nel libro stesso dove interviene in prima persona spiegandoci alcune cose o magari per parlare di una rappresentazione teatrale alla quale ha avuto modo di assistere con due amici, una rappresentazione teatrale che vede protagonista Danton e Robespierre e di come la coerenza non sia sempre la principale caratteristica di un popolo, che non ama il lusso, non ama la dissolutezza ma resta affascinato dal personaggio di Robespierre, nonostante costui conduca una vita di dissoluta e peccaminosa.. in alcuni punti ci illustra perfino come sia nato un personaggio o e a quali protagonisti involontari della cronaca del suo tempo (ispiratori del personaggio stesso) siano dovute determinate sfumature del di lui carattere.

Consigli: prima di iniziare questo libro munitevi di un taccuino per appuntare i nomi e le parentele, c'è un punto in cui si finisce per fare confusione tra una madre e una zia e una nipote e una figlia. (Personalmente non sono abituata a nomi di questo genere per questo mi è risultato difficile ricordare bene tutti i nomi, almeno per le prime...diciamo settanta pagine.)

Passiamo a dare un'opinione. Questo romanzo è strano(non nell'accezione negativa del termine), non appartiene a nessun genere che io possa riconoscere, pertanto lo definirò:
- un romanzo storico al 30%,
- è una saga familiare (non pensate però a quelle saghe alla beautiful dove la protagonista femminile sposa, padre, figlio, fratello, nipote, nonno e cugino e poi idem del suo stesso sesso)al 30%
- religioso (10%),
- contiene una morale(20%)
- fa sorridere (5%)
- commuove(5%).
E' la storia di un mondo e di una cultura e di come essa reagisca alla società, al regime. Si può dire che il romanzo mi è piaciuto, ma non lo rileggerei, non entra insomma nella mia Hall of fame. Di certo è un libro OK. Rushdie è molto colto (le ultime frasi del libro sono S T R E P I T O S E!!!)fa quasi pensare che sia tutto un sogno.... e quello che scrive nei suoi libri lascia sempre un senso di nuovo e un sapore di conoscenza acquisita tra le pagine inconsapevoli di un romanzo.
Qualunque cosa decidiate di fare (leggerlo o meno) non perdete mai di vista la vera protagonista di questo romanzo: la Vergogna.

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